In aula, oggi, erano presenti un perito che ha trascritto le intercettazioni telefoniche e due ispettori (La Penna e Luongo) della Squadra mobile sezione omicidi, il cui responsabile è Fausto Lamparelli. Sono gli anni delle “stese” e dei colpi di pistola sparati contro i portoni o le finestre di “bersagli sensibili”, ai quali fanno eco agguati ed omicidi, su entrambi i fronti. Una faida esplosa principalmente per il controllo delle piazze di droga di Ponticelli, attività nella quale, per sua stessa ammissione, Anna De Luca Bossa era dentro fino al collo. Un killer solitario con casco integrale giunge in via Aldo Merola in scooter, si ferma e punta la pistola contro una donna, intenta a chiacchierare con delle persone nei pressi dello chalet della villa, le esplode contro almeno sette colpi di pistola calibro 7,65 ferendola al gomito, alla spalla e al bacino destro, al braccio e alla coscia destra e sinistra. Dopo aver ammesso la sua partecipazione all’organizzazione, averne delineato l’organigramma e aver chiarito i ruoli ricoperti da ogni singolo affiliato, ha fornito informazioni preziose, rivelando, ad esempio, il modo in cui gli affiliati al clan comunicavano tra loro, ovvero, servendosi di schede telefoniche protette. Una morte che ha aperto una ferita insanabile nel cuore dei De Luca Bossa che non hanno mai voluto dimostrare sottomissione ai “Bodo”, anche a costo della vita. Poche ore prima, in un edificio di edilizia popolare in via Montale, arsenale del clan De Micco, Moreno Cocozza, 29 anni viene raggiunto da un proiettile al cuore. Anna De Luca Bossa e i suoi conoscenti non si erano infatti insospettiti quando avevano visto quello scooter rallentare e fermarsi, pensando che si trattasse di un avventore come tanti. Gennaro Castaldi, di 21 anni e Antonio Minichini, di 19 anni: uccisi dai De Micco in via Arturo Toscanini, nei pressi dell’abitazione di Castaldi per “punire” le velleità del clan D’Amico al quale il 21enne era affiliato. La faida tra il clan DE MICCO ed il clan D’AMICO è costata ad ANNA DE LUCA BOSSA anche la perdita di un figlio, MINICHINI ANTONIO, ucciso in data 29.1.13 dai DE MICCO per errore mentre si trovava in compagnia di CASTALDI GENNARO, soggetto appartenente al clan D’AMICO. Era andato a ritirare i soldi. Figlio di Anna De Luca Bossa e del boss Ciro Minichini, Antonio Minichini fu il frutto dell’unione voluta per consolidare il legame tra Tonino ‘o sicco e il boss Minichini. I due hanno inoltre permesso di ricostruire dinamica e movente dell’omicidio di Salvatore Solla, detto Tore ‘O Sadico, avvenuto nel dicembre nel 2016. di Luciana Esposito / Nel caso in cui non rispondiamo ci mandiamo uno squillo, ma non dobbiamo rispondere. Il 56enne ha iniziato a collaborare con la giustizia il 5 giugno scorso. Quando fu scoperta , si giustificò spiegando che stava vendendo nel Lotto O e allora, siccome la donna si riforniva autonomamente, i Bodo le chiesero il pedaggio di un pizzo di 200 euro a settimana sulla sua piazza. Secondo quanto trascritto nel verbale contenente le dichiarazioni ritrattate successivamente dalla De Luca Bossa, l’erba veniva acquistata da tale “Musolino” nella zona delle Case Nuove. Custodivo le armi in via Luigi Crisconio. Solla era un elemento di spicco del clan De Luca Bossa, organizzazione criminale nata in seguito alla scissione voluta da Antonio De Luca Bossa, detto “Tonino ‘o sicco”, dopo una lunga gavetta come killer del clan Sarno. Ero io che andavo a prenderle quando mi venivano chieste per commettere qualche azione della quale venivo a conoscenza solo dopo la commissione.”, I contatti tra i diversi membri del clan, avvenivano tramite sms inviati da schede usa e getta: “Abbiamo schede telefoniche dedicate dalla Lyca-mobile che durano 15-20 giorni. Camorra, clan De Micco: 2 ergastoli e 2 secoli e mezzo di carcere. Giuseppe De Martino 27enne, Alessio Esposito 23enne, Michele Gentile 25enne, Luigi De Liguori 40enne, Domenico Limatola 26enne Giuseppe Napolitano 37enne, Giovanni Ottaiano 38enne, Roberto Pane 33enne, Nicola Pizzo 36enne. La confessione di Ciro Niglio, in prima battuta, limitata solo alle proprie responsabilità, venne ritenuta una posizione di comodo e non bastò per evitargli l’ergastolo. Per “O’ Sadico”, tornato in libertà pochi mesi prima, dopo aver scontato in carcere una pena per estorsione, usura, violazioni in materia di stupefacenti, non piegarsi all’egemonia conquistata dai “Bodo” a Ponticelli era una questione d’onore. Ultime notizie clan de micco Ultime Notizie, le ultime notizie di cronaca e politica, ultime news . A filmare, scattare e condividere sui social le immagini che raccontano il lusso, il relax e il divertimento che le figure di spicco del clan dei “Bodo” potevano permettersi grazie ai soldi guadagnati attraverso il controllo dei traffici illeciti nel quartiere Ponticelli è il 28enne Antonio De Martino, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Salvatore Solla, avvenuto sul finire del dicembre del 2016. Quattro giorni prima dell’agguato, le due socie in affari si confrontarono sulla scarsa convenienza nel tenere la piazza di spaccio, in quanto, una volta detratti i 200 euro da corrispondere ai De Micco, a loro restava ben poco. Poi la strategia è stata quella di mandare via con le buone o le cattive dal rione tutti i … Redazione GL Mar 23, 2015 Camorra, Napoli, Primo piano Commenti disabilitati su Camorra, in cella 12 affiliati del clan De Micco- TUTTI I NOMI E LE FOTO. Eppure, nessuno di quei colpi si rivela fatale. Un clamoroso errore dei killer che anzichè trucidare solo Gennaro Castaldi per lanciare un chiaro segnale ai D’Amico, uccisero anche un giovane membro della famiglia De Luca Bossa. TUTTE LE CONDANNE. 1 dicembre, 2017. 393 VisiteIl processo al clan De Micco, di Ponticelli, è in corso. Salvavamo solo i caricatori. Proprio come dimostra l’omicidio di Solla, del quale Antonio De Martino fu l’esecutore mentre Davide Principe e Alessio Esposito pianificarono l’agguato. Il 29 luglio 2014 Anna De Luca Bossa verbalizza una deposizione: dopo quell’agguato, la lady camorra aveva deciso di passare dalla parte dello Stato, probabilmente per vendicarsi, ma poi ha ritrattato le sue dichiarazioni, consapevole, probabilmente, di quanto può essere salato il conto che la camorra presenta ai “Pentiti”. Colpo al clan camorristico De Micco, egemone nella zona di Ponticelli. Inoltre, Capasso, ha rivelato anche i codici: “Ognuno di noi aveva soprannomi e con ognuno di noi ci parlavamo con frasi delle quali solo noi conoscevamo il significato.”, “Ero un jolly per il clan –dichiara Capasso– normalmente, dopo un omicidio ero io che mi occupavo di tagliare le armi utilizzate. Ci siamo incontrati più volte e quando è stato ucciso Ciro Valda è venuto a darci le condoglianze dicendo che si sarebbe messo a disposizione – ha dichiarato Ciro Niglio, ex killer del clan Amodio-Abrunzo di Barra, scissionisti del gruppo dei Cuccaro, in un verbale del 24 maggio scorso – Luigi ci disse che si erano allontanati dai Cuccaro perchè non sopportavano l’idea che il clan fosse retto da Michele che era un ex pentito e che non avrebbero “invaso” Barra fino a quando c’eravamo noi». La Cassazione annulla la condanna al reggente dei De Micco ‘Bodo’ Colpo di scena in Cassazione, processo da rifare per il reggente del clan De Micco “Bodo” di Ponticelli. L’arsenale sequestrato a Ponticelli era nella disponibilità del clan De Micco. 328 VisiteAll’udienza di oggi, tenutasi innanzi al G.u.p. E poi le bombe e le ‘stese’ ai loro danni. Camorra, in cella 12 affiliati del clan De Micco- TUTTI I NOMI E LE FOTO. Carlotta, infatti, riferì ai De Micco di essere in società con una certa Patrizia. Il più anziano, Vincenzo Scala, ha 49 anni, mentre il più giovane, Lino Carbone, ne ha appena 20, l’età media degli affiliati al clan De Micco, arrestati lo scorso 28 novembre, oscilla tra i 20 e i 40 anni: Luigi De Micco 41enne, Roberto Scala 41enne, Moreno Cocozza 31enne, Davide Principe 38enne, Antonio De Martino 28enne, Antonio Autore 24enne, Giuseppe Borriello 29enne, Francesco De Bernardo 28enne, Fabio Riccardi 34enne, Gennaro Sorrentino 39enne, Nunzio Daniele Montanino 41enne. Da quello che si diceva, le schede le prendevano alla ferrovia. presso il Tribunale di Napoli dottoressa Attena, la ProcuraDistrettuale Antimafia è tornata all’attacco: pena dell’ergastolo per il boss De Micco Luigi, De Martino Antonio, Esposito Alessio e Principe Davide per l’omicidio di Solla Salvatore. La rivalità tra i De Luca Bossa e i De Micco affonda le radici in un feroce duplice omicidio. Mentre Rocco Capasso, esponente attuale dei De Micco, per anni ha vissuto grazie ai soldi che gli derivavano da una pensione di invalidità e poi ha deciso di affiliarsi. Niglio, accusato dell’omicidio di Giovanni Bottiglieri, detto “ ò Zizzillo”, ucciso a Barra il 13 ottobre del 2013, nel pieno della faida tra i Cuccaro e l’ala scissionista Valda-Amodio-Abrunzo, diventando un collaboratore di giustizia ha visto la sua condanna alleggerirsi dall’ergastolo a 20 anni. Solo alcune settimane fa l’arresto di Salvatore De Micco, reggente dell’omonimo clan. Il clan camorristico dei De Micco, contro il quale c'è stato oggi un blitz della polizia, comprava droga da Genny 'a carogna, l'ultrà del Napoli. Trema il clan De Micco. Associazioni per delinquere di stampo camorristico, estorsione e omicidio: questi i reati contestati ai 23 esponenti del clan De Micco, al culmine delle indagini corroborate grazie alle deposizioni dei pentiti Ciro Niglio e Rocco Capasso. De Micco clan (defunct) Mazzarella clan Mariano clan: The De Luca Bossa clan is a Neapolitan Camorra clan operating in the eastern suburbs of Naples, and more specifically in the area of Ponticelli and in municipality of Cercola. Claudio Sona e Mario Serpa, una delle coppie più amate.. La scissione in seno al clan De Micco. La compagna di Carlotta, tale Lisa, le avrebbe quindi proposto di mettersi in società con lei nella gestione della piazza del “vico” sotto il controllo dei Bodo, chiarendo quindi a questi ultimi che la piazza del Lotto O era stata chiusa. As of 2020 the organization is said to have a complete monopoly on the illegal activities in its domain areas. Ero un jolly per il clan – dichiara Capasso– normalmente, dopo un omicidio ero io che mi occupavo di tagliare le armi utilizzate. Solo poche riduzioni e quasi tutte conferme per ras e gregari del clan De Micco. È arrivato il momento dei testi cui fare le domande. Cocozza, per gli investigatori vicino al clan De Micco, sarebbe stato ferito da chi doveva consegnargli del denaro per una partita di droga. A luglio dell’anno successivo, la madre scampò al medesimo destino. Luigi De Micco… Napoli: kalashnikov, mitraglietta e pistole, sequestrato dai carabinieri l'arsenale del clan De Micco a Ponticelli. Le schede le procurava Daniele Montanino. Il Capasso ha ammesso di appartenere al clan De Micco delineando agli inquirenti la struttura e i ruoli ricoperti dagli affiliati. Si tratta di due fazioni contrapposte per il controllo del quartiere dopo la flessione del clan De Micco. – arrestato per favoreggiamento per aver coperto la latitanza di di Francesco De Bernardo – Dopo il suo arresto, a comprarle era Rosario Rolletta.”, Capasso ha permesso agli inquirenti di decifrare il linguaggio in codice di cui si servivano gli affiliati al clan dei “Bodo” per comunicare tra loro: “Usiamo dei soprannomi. Michele Minichini, fratellastro di Antonio ed esecutore materiale di diversi omicidi, tra i quali quello del boss dei Barbuos Raffaele Cepparulo, per il quale è stato condannato all’ergastolo insieme alla matrigna e ad altre sei persone. Da quel momento, le due donne misero in piedi un mercato autonomo, spacciando in tutto il quartiere, eccetto “nel vico”, contrattando le vendite telefonicamente e pagando un pizzo di 200 euro ogni venerdì ai Bodo che erano all’oscuro del fatto che tale Carlotta stesse spacciando in società con la reggente del clan De Luca Bossa. clan de micco Questa mattina, all’alba, l’operazione di arresto nei confronti di ben 12 persone è scattata nel quartiere Ponticelli, la zona delle presunte attività illecite praticate dal clan camorristico dei De Micco, coadiuvati dal clan Cuccaro nel quartiere di Barra. Il figlio della lady camorra del Lotto O, attualmente detenuta e condannata all’ergastolo per l’omicidio Colonna-Cepparulo, morì a 19 anni per mano della camorra, nonostante risultasse estraneo alle dinamiche camorristiche e agli affari di famiglia. A conferma di ciò, l’amica riferisce che Carlotta, nelle ore successive all’agguato, mentre era ancora in rianimazione, chiese alla lady camorra del Lotto O 350 euro. di Luciana Esposito / Il clan De Micco in difficoltà dopo gli arresti. https://www.napolitan.it/2019/10/16/92247/agguato-anna-de-luca-bossa I De Micco hanno cercato di gestire il business e si sono scontrati con i D’Amico detti i “fraulella” del rione Conocal. Non si tratta, dunque, di un principiante allo sbaraglio, ma di un killer professionista, lucido e ben allenato. Un omicidio scaturito dal rifiuto di pagare ai De Micco il pizzo sulla piazza di spaccio che Solla gestiva nel Lotto O. Il killer rischia di uccidere altre persone vicine al suo bersaglio, eppure spara ben sette colpi che vanno tutti a segno: è il primo elemento al vaglio degli inquirenti che conferma non solo la matrice camorristica dell’agguato, ma anche che ad eseguire quell’azione criminale sia stato il cecchino di un commando militarizzato, addestrato, organizzato. lady camorra del Lotto O, attualmente detenuta e condannata all’ergastolo per l’omicidio Colonna-Cepparulo. E' di 23 arresti il bilancio di un'operazione a Napoli contro il clan De Micco di Ponticelli, protagonista tra l'altro di un agguato nel dicembre scorso in cui fu ucciso un camorrista che aveva tentato di gestire autonomamente una piazza di spaccio nel quartiere. L’agguato ad Anna De Luca Bossa matura di venerdì e la donna individua il movente nel mancato pedaggio dei 200 euro da parte di Carlotta ai De Micco, quando erano andati a riscuotere il pizzo. Salvavamo solo i caricatori. L’obiettivo degli […] De Micco Luigi ha altri contatti. Con la sentenza pronuncia questa mattina dai giudici della seconda sezione … Quando la vittima entra nella sala, due giovani gli indicano una postazione di gioco alle slot machine e poi tirano fuori dalla tasca un cellulare e fanno uno squillo (forse al killer), l’uomo armato scese dal motorino, entrò nella sala giochi, puntò la pistola contro Bottiglieri e gli sparò per poi allontanarsi subito dopo. A puntare il dito contro il 28enne e a fare i nomi degli altri 22 affiliati al clan dei tatuati tratti in arresto lo scorso 28 novembre sono due collaboratori i giustizia: Ciro Niglio, 34 anni e Rocco Capasso, 56 anni. Giudizio immediato per i famigerati "Bodo" di Ponticelli. Si tratta di due fazioni contrapposte per il controllo del quartiere dopo la flessione del clan De Micco. Durante il blitz è stato portato a compimento anche un grosso sequestro di […] Ponticelli: ergastolo a due boss del clan De Micco per l’uccisione di un pusher che non voleva pagare il pizzo. 10639 Visite / Poco più di un mese fa erano in vacanza a Sharm El Sheikh, oggi si ritrovano dietro le sbarre, in seguito al blitz che pochi giorni fa ha fatto scattare le manette per 23 persone, ritenute affiliate al clan De Micco. Custodivo le armi in via Luigi Crisconio. Per la Dda di napoli, alla luce della prove raccolte nell'inchiesta che ha portato al blitz del 29 novembre scorso non c'è la necessità per i 23 arrestati del clan De Micco di passare per l'udienza preliminare. Luigi De Micco è “Direttore”; Davide Principe è “Ciccio”; De Martino Antonio “Pareggio”; Autore Antonio “Ram”; il mio soprannome è “Custode”; Carbone Pasquale è “Simile.” Questi sono i contatti che ho io. I messaggi che ci mandavamo erano in codice. blitz compiuto dalla Polizia di Stato a novembre del 2017 facendo scattare le manette 23 figure di spicco del clan dei tatuati, Al parco archeologico di Ercolano riprendono gli scavi della spiaggia degli antichi ercolanesi, Medici di famiglia, un flash-mob in piazza del Plebiscito per ricordare i colleghi che non ce l’hanno fatta, Al via “FoquSound” la tre giorni di musica live streaming gratuita della Fondazione Foqus in diretta dai Quartieri Spagnoli, Curiosità, misteri e maledizioni: quello che non sai sulla roulette, Non solo covid, un nuovo virus allarma il pianeta: cos’è il nipah e come si trasmette, Emergenza covid: zone rosso scuro in arrivo anche in Italia, Registratori di cassa telematici obbligatori dal 2021: ecco cosa rischiano i trasgressori. Il giudice per le indagini preliminari Attena del Tribunale di Napoli ha emesso due ergastoli e 19 condanne (alcune delle quali arrivano sino a 30 anni di reclusione) nei confronti di 21 persone indicate dalla Dda come esponenti del clan De Micco di Ponticelli. L'arresto di Teresa De Luca Bossa a inizio 2010 mette un freno all'espanzione del clan: prima camorrista detenuta con il regime del 41 bis, perde poco a poco il controllo del territorio, disputato da clan rivali, come i Clan D'Amico (detti Fraulella) e i Clan De Micco (detti i Bodo). Anna De Luca Bossa raccontò agli inquirenti che quattro mesi prima si era accordata con Carlotta Faticato, una spacciatrice di erba che gestiva una piazza in via Case Riccardi, nei pressi della gioielleria Paduano, in quella zona di Ponticelli denominata “ncopp’ ‘o vico”. L’agguato messo a segno nei confronti della Lady camorra del Lotto O, reggente del clan di famiglia in seguito agli arresti del fratello e della madre, si colloca in una lunga scia di sangue che segnò gli anni della faida tra i De Micco e i D’Amico, nell’ambito della quale perse la vita anche Antonio Minichini, figlio di Anna De Luca Bossa, freddato dai sicari dei De Micco nel Rione Conocal, roccaforte dei D’Amico, mentre si trovava sullo scooter in compagnia di Gennaro Castaldi, reale ed unico obiettivo dell’agguato. La scissione in seno al clan De Micco. Secondo il gip Tommaso Miranda che ha firmato l’ordinanza cautelare, quello dei De Micco era “un gruppo che ha saputo imporsi con metodi efferati, ovvero con omicidi, sequestri di persona, gambizzazioni, estorsioni, ha saputo imporsi nel quartiere e ha saputo mantenere la propria forza anche in seguito all’arresto dei capi e di molti degli affiliati, non esitando a ricostituirsi e rimodularsi assoldando nelle proprie fila giovani leve provenienti dalla criminalità comune o dal gruppo locale nemico dei D’Amico”. 2. Era il 29 gennaio 2013. Clan De Micco al capolinea, dopo le stangate incassate per i fatti di sangue arrivano anche le condanne per i reati associativi. La donna arrestata Carmela Ricci, 48 anni, perché trovata in possesso di una pistola è la madre del giovane ras Antonio De Martino, braccio destro di Luigi De Micco, il capo dei Bodo, pure lui finito in carcere nel blitz del 28 novembre scorso in cui finirono in cella altri 27 presunti esponenti dei De Micco. La scorsa primavera, invece, ha fornito informazioni determinanti che hanno consentito agli inquirenti di decapitare il clan De Micco. La donna finisce in ospedale, ma non rischia la vita. Scattano i soccorsi, la donna viene trasportata all’ospedale Cardarelli di Napoli, dove viene immediatamente operata. “Nel vico” c’era una certa Lisa che vendeva lo stesso tipo di stupefacente per conto dei Bodo, ai quali versava il 90% dei proventi trattenendo per sè il 10%, mentre Carlotta spacciava all’insaputa dei capi della cosca egemone a Ponticelli. Un omicidio che si consumò sotto gli occhi, complici e impassibili, degli altri clienti che continuavano a giocare e scommettere. i e Donne. Quell’omicidio ha segnato profondamente le sorti del clan Minichini-De Luca Bossa, rappresentando la motivazione più forte che ha segnato le gesta di Anna De Luca Bossa e di Michele Minichini, fratellastro di Antonio ed esecutore materiale di diversi omicidi, tra i quali quello del boss dei Barbuos Raffaele Cepparulo, per il quale è stato condannato all’ergastolo insieme alla matrigna e ad altre sei persone. 16 ottobre, 2019. Proprio in virtù di quel clima di particolare allerta, il clan sceglie di commissionare l’agguato indirizzato alla donna ad un killer solitario. Un agguato che inequivocabilmente si colloca faida esplosa nel 2012, in seguito al declino del clan Sarno, e che ha visto i De Micco fare irruzione nella scena camorristica ponticellese fino a conseguirne il dominio, mantenuto fino al blitz compiuto dalla Polizia di Stato a novembre del 2017 facendo scattare le manette 23 figure di spicco del clan dei tatuati, compromettendone in maniera importante la forza egemone. Il riferimento del tatuaggio è per un personaggio dei cartoni animati che si chiama Bodo.Ecco da dove deriva il soprannome dei De Micco, clan di Ponticelli protagonista della faida contro i D’Amico per il controllo di un territorio orfano dell’egemonia dei Sarno.I due sodalizi, a partire dal 2009, erano uniti sotto una sola bandiera, ma la pace è durata 4 anni. Il killer fece irruzione nel circolo del centro scommesse in via Bernardo Quaranta, nel quartiere San Giovanni a Teduccio, con il volto coperto dal casco e uccise Bottiglieri. Uno era via Crisconio; Due la casa di Daniele Montanino; Tre la piazza di Adelaide tra via San Rocco e via Risanamento; Quattro dove abita la mamma di Gennaro Volpicelli; Cinque via Botteghelle; Sei l’appartamento dove dormivano De Micco Luigi, De Bernardo e Salzano.”. La De Luca Bossa, versando in difficoltà economiche, aveva concordato con l’amica che avrebbe spacciato erba nel Lotto O all’insaputa dei De Micco, dividendo i guadagni con lei. 0 Commenti / 6405 Visite / Seminole (Seminole Nation of Oklahoma and Seminole Tribe of Florida), Creek The Miccosukee Tribe of Indians of Florida is a federally recognized Native American tribe in the U.S. state of Florida. Una sequenza ricostruita meticolosamente grazie al supporto delle telecamere del locale che filmarono l’omicidio. Poco più di un mese fa erano in vacanza a Sharm El Sheikh, oggi si ritrovano dietro le sbarre, in seguito al blitz che pochi giorni fa ha fatto scattare le manette per 23 persone, ritenute affiliate al 0 Commenti / They were part of the Seminole nation until the mid-20th century, when they organized as an independent tribe, receiving federal recognition in 1962. Durante la giornata di martedì 15 ottobre, i Carabinieri della compagnia di Poggioreale hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare emessa dal GIP di Napoli su richiesta della DDA nei confronti di un soggetto ritenuto responsabile del tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso, avvenuto a luglio del 2014 nei confronti di Anna De Luca Bossa, sorella di Antonio De Luca Bossa e figlia di Teresa de Luca Bossa, entrambi detenuti in regime di 41 bis. Il clan De Micco, dalla fine del 2012, si è imposto nel quartiere dei Ponticelli come organizzazione criminale autonoma, dotata di tutte le caratteristiche di un associazione di stampo camorristico, quale la struttura gerarchica, il controllo del territorio, la gestione delle piazze di spaccio e le attività estorsive. L’agguato ad Anna De Luca Bossa, messo a segno poche ore dopo, potrebbe essere la replica della cosca dei tatuati al raid che ha ridotto in fin di vita il 29enne. Il giovane viene trasportato a Villa Betania, da lì trasferito a Maddaloni per essere sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Ponticelli, in manette 12 uomini del clan De Micco Gli affiliati al clan attivo nella periferia est di Napoli sono finiti in manette per racket e incendio doloso. Antonio Minichini, figlio di Anna De Luca Bossa, sorella di Tonino ‘o sicco, fu ucciso per errore. Il carcere a vita disposto nel primo grado di giudizio è stato ridimensionato dalla concessione delle attenuanti generiche accordata in virtù della confessione di Niglio. Infine, Antonio De Martino ha sicuramente anche contatti che ha Luigi De Micco perché lo sostituisce nella reggenza del clan. Sicuramente ha Nicola, Mimmo il cognato di Fabio Riccardi, Giuseppe Borriello detto “Chupa Chups”. Uno dei tanti agguati che arroventa il clima di per sè caldo sul fronte camorristico in quegli anni, in virtù della faida in corso tra i D’Amico e i De Micco per il controllo dello spaccio di droga a Ponticelli. «La vera mente del gruppo è Luigi De Micco. Avrebbero venduto lì qualche dose all’insaputa di questi ultimi, risparmiando quei 200 euro e tentando di ricavare proventi dalle vendite non dichiarate. document.getElementById("comment").setAttribute( "id", "adfff7b645ccc0a7271e4d8fa4cb4350" );document.getElementById("j7d2fffaab").setAttribute( "id", "comment" ); Napolitan è una testata giornalistica registrata, luglio del 2014 nei confronti di Anna De Luca Bossa. document.getElementById("comment").setAttribute( "id", "a4cdd72c04dc9032dc3ecd110b6c0e4d" );document.getElementById("a1bc35a486").setAttribute( "id", "comment" ); Napolitan è una testata giornalistica registrata, Al parco archeologico di Ercolano riprendono gli scavi della spiaggia degli antichi ercolanesi, Medici di famiglia, un flash-mob in piazza del Plebiscito per ricordare i colleghi che non ce l’hanno fatta, Al via “FoquSound” la tre giorni di musica live streaming gratuita della Fondazione Foqus in diretta dai Quartieri Spagnoli, Curiosità, misteri e maledizioni: quello che non sai sulla roulette, Non solo covid, un nuovo virus allarma il pianeta: cos’è il nipah e come si trasmette, Emergenza covid: zone rosso scuro in arrivo anche in Italia, Registratori di cassa telematici obbligatori dal 2021: ecco cosa rischiano i trasgressori. L’identificazione dell’autore di quell’agguato, riconducibile al clan De Micco, è stata resa possibile dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia del clan dei tatuati. A carico di Antonio Minichini risultava solo un’indagine per rapina quando fu trucidato dai colpi d’arma da fuoco dei killer del clan De Micco. La faida tra i due clan ha portato all’11 ottobre del 2015 all’omicidio di Nunzia D’Amico, reggente del gruppo. La compravendita avveniva in via Marina, nei pressi del bar “Il ciottolo” ed acquistavano 100 grammi di erba ogni paio di giorni a 9,50 euro, pagavano la vecchia e prendevano a credito la nuova. Clan De Micco alla sbarra, chiesti due secoli di carcere: nuovo affondo della Dda, trema il… L'Ora Vesuviana Dic 14, 2019 Una nuova scure della giustizia sta per abbattersi sulla camorra di Napoli est. Un agguato avvenuto nei pressi della Villa De Filippo di Ponticelli, durante una sera d’estate qualunque, una delle tante in cui moltissimi abitanti del quartiere si ritrovano in quella sede a caccia di un po’ di relax e refrigerio. La DdA di Napoli e la Polizia hanno arrestato 23 persone legate al sodalizio criminale, accusate di di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, estorsione, ricettazione e incendio, detenzione e porto illegale di armi. Usiamo solo messaggi.